In tour sul Lago di Garda alla scoperta del progetto Le Fornaci Lugana
Innamorarsi di un territorio, valorizzarlo e farlo conoscere attraverso il vino: tra le terre “conquistate” dai Tommasi c’è il Lugana doc
A bordo di un veliero a due alberi come il San Nicolò si ha il privilegio di ammirare il Lago di Garda in tutta la sua straordinaria bellezza. La superficie liquida del lago salta brillante tagliata dalla prua che guida questa splendida imbarcazione del 1925, completamente restaurata e ricca di fascino. Con una vista mozzafiato di questo tipo, ci si sente ancora più fortunati di poter chiamare la zona storica della Lugana, sulla sponda a sud del lago, “il proprio giardino dietro casa” come viene definita dalla famiglia Tommasi.
Allargare gli orizzonti per raccontare una visione lungimirante, quella del progetto Le Fornaci Lugana, è stato l’obiettivo dell’evento di due giorni (27 e 28 agosto) dedicato alla stampa specializzata organizzato dalla famiglia Tommasi. Un tour sul lago in barca a vela ha traghettato i giornalisti in due ore di crociera per ammirare uno dei paesaggi più belli del nostro territorio, lì proprio dove nasce il Lugana. A fine giornata, una cena preparata dallo chef Fabrizio Molteni de La Speranzina ha proposto un menu totalmente dedicato al Lugana Le Fornaci 2019, anteprima gourmet del secondo giorno di press tour incentrato invece su una degustazione tecnica di una verticale di quattro annate di questo nuovo vino firmato Tommasi.
A due passi dalla Lombardia, nel lembo di terra che comprende Desenzano, Sirmione, Pozzolengo, Lonato e Peschiera del Garda, nasce il racconto di un territorio in etichetta, quello del Lugana. Un vino bianco, inconfondibile, rigoroso e di classe, particolarmente longevo. Un unico vitigno autoctono in purezza, il Turbiana – nome locale per definire il trebbiano di Lugana impiantato a sistema Guyot- viene coltivato in tre vigneti dislocati in differenti aree della Lugana Doc (vicino al Lago di Garda, vicino al comune di Sirmione e verso San Martino della Battaglia), per un totale di 45 ettari, di cui 40 in produzione e 5 rimanenti che andranno in vendemmia nel 2021. Un vigneto, quello a ridosso del Lago di Garda, ha un terreno a base calcarea, variamente stratificato e argilloso. Gli altri due vigneti, situati nell’entroterra, sono invece a composizione sabbiosa e ricca di limo. Se le uve provenienti dal primo conferiscono al Lugana corpo, struttura e potenza, quelle provenienti dal secondo e terzo conferiscono al vino aroma ed eleganza, acidità e freschezza.
Alla famiglia Tommasi piace comprare e investire nei territori di cui si innamorano e in cui credono. Infatti, nel 2013 è stato il turno di questa porzione di terra particolarmente vocata che ha fatto nascere questa nuova etichetta, il Lugana, ed evolvere il progetto Le Fornaci che, sfruttando la collocazione di uno dei vigneti in prossimità del sito archeologico di una fornace romana, ribadisce con il suo nome le forti radici legate al territorio e la ferma intenzione di valorizzarlo.
Abbiamo di fronte un vino elegante, pronto a completare il portfolio della realtà vitivinicola che in quattro annate descrive l’evoluzione in calice di un progetto ampio la cui identità è ancora in divenire, ma nel cui sviluppo trova la completa armonizzazione di una visionaria strategia aziendale.
Sul tavolo della verticale l’enologo Giancarlo Tommasi ha raccontato le annate 2016, ’17, ’18, ’19 conducendo i giornalisti nel fare esperienza di un vino tutto da scoprire e tutto da vivere. L’annata 2016 è la vendemmia d’esordio che ha dato l’avvio al progetto Lugana; la 2017 è quella che ha dato coerenza stilistica al progetto e definito i suoi successivi upgrade.
L’annata 2018 è la base del Tommasi Le Fornaci Lugana doc Riserva 2018, novità che vedrà la luce nel 2021 con 3 mila bottiglie, il primo millesimato in cui le parcelle della Tenuta Le Fornaci sono entrate in produzione in maniera continuativa.
Una selezione delle vigne ritenute più importanti affinate per 16 mesi in tonneau che daranno un grande vino, intenso, complesso, aromatico, la cui bontà – anche se è prematuro dirlo – è già innegabile; sarà un vino che farà parlare di sé. Dalla prima bottiglia del 2016 all’ultima del 2019 si segna l’attitudine di un vino in cui si esprimono la costanza e la coerenza tipiche della campagna, la forte crescita e il meticoloso lavoro di fino fatto di correzioni di vendemmia in vendemmia di ogni passaggio che poteva rappresentare un’incongruenza rispetto alla visione generale e al processo di vinificazione. Nell’annata 2019 il Lugana conosce il vero punto d’approdo stilistico dell’intero progetto. Colore giallo intenso con riflessi verdi; fragrante e fruttato al naso, con note di frutta tropicale e pompelmo. In bocca è salino, persistente, nel finale sapido, minerale con sentore di mandorla, buona tensione e un congedo carezzevole.
La fortuna di questa etichetta è data da una combinazione di elementi vincenti che vanno dal vino alla bottiglia, ma che integrano anche una moltitudine di micro influenze di contesto che sono la chiave fondamentale per comprendere l’importanza del progetto Lugana Le Fornaci nella futura fisionomia della proposta enologica della famiglia Tommasi. Un colosso vitivinicolo che continua ad evolversi prevedendo nel suo progetto una e struttura dedicata all’ospitalità e all’enoturismo (con un punto di degustazione e ristoro) e trasla sempre di più la sua visione aziendale verso una realtà allargata, diffusa, studiata appositamente per gli appassionati e neofiti che vogliono calcare in prima persona il palcoscenico su cui questo vino nasce e debutta.
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