“Ci interessa il valore della memoria, il vigneto, raccontare la terra perché produce in maniera diversa”

– Dario Tommasi

Visione

"L'obiettivo della famiglia Tommasi è quello di portare il vino di tutta Italia nel mondo con fiducia e passione. Il vino non è passeggero come la moda, ci interessa il valore della tradizione, il vigneto, il poter raccontare i diversi e straordinari territori italiani attraverso il loro vino."

– Dario Tommasi

“ Ho un ricordo indelebile del mio primo viaggio di lavoro con mio zio Dario. Avevo già il grande sogno di vedere l'America. Io avevo studiato le lingue straniere e non volevo deluderlo, perciò sono diventato la scelta naturale per lo sviluppo dei mercati esteri.
Quella prima estate del 1997, siamo atterrati a Houston con 40° e da lì, ho passato due settimane intense attraversando tutte le grandi città del Texas per poi andare all’allora "Mecca del vino", New York, e infine in New Jersey e a Philadelphia. Essere presente in quei ristoranti, vedere le nostre bottiglie posizionate, cercare nei loro sguardi la convinzione e l’approvazione, mi ha reso orgoglioso e appagato.

Anche oggi, voglio tornare a casa sapendo che i clienti sono soddisfatti, perché i nostri vini piacciono e il nostro nome è rispettato.
Quel viaggio ha confermato il mio ruolo di export manager in azienda, e tutt'ora, anche se mi occupo anche di altro, i mercati esteri, la parte commerciale e le relazioni rimangono la mia vera passione e continuano a piacermi come quel primo giorno.

“Ogni giorno facciamo piccoli passi per posizionare la nostra azienda per le future generazioni. È un lusso che possiamo concederci per crescere in maniera sana e sostenibile.
Stiamo ancora gestendo noi stessi un cruciale passaggio di crescita: tra i nove fratelli e i cugini abbiamo un ottimo rapporto, sotto ogni punto di vista. C'è una grande complicità iniziata da piccoli nel cortile della cantina e oggi, viviamo tutti esattamente alla stessa maniera con grande impegno e dedizione. Ognuno ha la sua responsabilità e qui, serve intelligenza per capirsi, per darsi una mano e andare d'accordo.

Ci siamo dati delle regole e siamo stati ligi nel rispettarle; gli ultimi 20 anni hanno cementato i nostri legami in ciò che posso definire un'incredibile convivenza.

È anche vero che stiamo completando un importante passaggio dall’essere azienda familiare ad essere una famiglia a capo di un'azienda. Per gestire un'impresa di questa dimensione, dobbiamo per forza fare un passo in avanti che ci costringa ad uno slancio per diventare più strutturati e manageriali. Non è nel nostro DNA: siamo abituati a lavorare, umili e sempre sul pezzo ma non dobbiamo temere questo nuovo ruolo, sapendo che pur sempre la famiglia rimane. Questa è la nostra forza, ed è questa che ci caratterizza e ci rende autentici e apprezzati in tutto il mondo.”

– Pierangelo Tommasi

Siamo stati ligi nel rispetto delle regole autoimposte, e gli ultimi 20 anni hanno cementato i nostri legami in ciò che posso definire un'incredibile convivenza.

E' anche vero che stiamo completando un importante passaggio dall’essere azienda familiare ad essere una famiglia a capo di un'azienda. Per gestire un'impresa di questa dimensione, dobbiamo per forza fare un passo in avanti che ci costringa ad uno slancio per diventare più strutturati e manageriali. Non è nel nostro DNA: siamo abituati a lavorare, umili e sempre sul pezzo ma non dobbiamo temere questo nuovo ruolo, sapendo che pur sempre la famiglia rimane. Questa è la nostra forza, ed è questa che ci caratterizza e ci rende credibili e apprezzati in tutto il mondo”

– Pierangelo Tommasi

Passione

"Non puoi dimenticare quei profumi, il calore che emana il tino in fermentazione. Mi ricordo che quando ero bambino era impossibile allontanarmi dalla cantina, lì si stava freschi e io ho sempre odiato il caldo....e la cantina profuma. Quando mio nonno seguiva la vinificazione dei vini rossi e rompeva il cosiddetto “cappello” per me era un momento speciale: le bucce in superficie venivano rimescolate e per un attimo il mosto si “scopriva”, mostrando il suo colore violetto e sprigionando profumi e un calore magico, come se fosse vivo."

- Giancarlo Tommasi

Relazione

"La relazione fa parte della nostra famiglia e l’aspetto di rapporto con il cliente, per me è sempre stato un punto fermo da dove poter iniziare un primo legame personale. Il primo approccio che ho, sia con il cliente e sia con l'agente, è un approccio amichevole e personale, solo poi si parla di lavoro.

Il mio lavoro è sempre stato il contatto con il cliente ma, le cose che ricordo di più non hanno nulla a che fare con la mia posizione, piuttosto con la mia famiglia.

Il primo ricordo è all'età di dieci/dodici anni: assistevo mio nonno all'imbottigliamento. Quella era una prima vera esperienza in azienda, ma era soprattutto sentirsi parte delle generazioni di famiglia. E il secondo ricordo è molto recente durante il lockdown della primavera 2020. Ci siamo trovati in azienda solo noi cugini, Pierangelo e Stefano, a preparare ordini da spedire in Italia all'estero.

Nonostante il momento storico, questo è un ricordo bellissimo che porterò sempre con me, perché, per un attimo, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, ai bellissimi ricordi tra noi ragazzi. Eravamo senza collaboratori e facevamo tutte le cose dandoci una mano. Forse la qualità più vitale della nostra famiglia è quella che ognuno abbia un proprio ruolo. Però, aggiungerei che ognuno di noi sappia cavarsela sempre se richiesto in un altro ruolo aziendale, perché è nato appunto in azienda."

– Piergiorgio Tommasi

Il primo ricordo è all'età di dieci/dodici anni: assistevo mio nonno all'imbottigliamento. Quella era una prima vera esperienza in azienda, ma era soprattutto sentirsi parte delle generazioni di famiglia. E il secondo ricordo è molto recente durante il lockdown della primavera 2020. Ci siamo trovati in azienda solo noi cugini, Pierangelo e Stefano, a preparare ordini da spedire in Italia all'estero.

Nonostante il momento storico, questo è un ricordo bellissimo che porterò sempre con me, perché, per un attimo, mi è sembrato di tornare indietro nel tempo, ai bellissimi ricordi tra noi ragazzi. Eravamo senza collaboratori e facevamo tutte le cose dandoci una mano. Forse la qualità più vitale della nostra famiglia è quella che ognuno abbia un proprio ruolo. Però, aggiungerei che ognuno di noi sappia cavarsela sempre se richiesto in un altro ruolo aziendale, perché è nato appunto in azienda.

– Piergiorgio Tommasi

"Per noi l’ospitalità è la chiave di lettura del territorio. È l’elemento che racchiude tutte le esperienze legate al mondo del vino. Per questo Villa Quaranta è il primo wine hotel di Verona. Cultura, Benessere, Cibo per vivere un’esperienza unica e piena. Per noi l’ascolto del cliente, dei suoi bisogni, è fondamentale. Le persone si stupiscono quando si sentono chiamare per nome dai nostri collaboratori, ma per noi è normale. Prima di tutto sei una persona e più riesco a capirti e meglio riesco a personalizzare un servizio e anticipare le tue esigenze. Chi passa da Villa Quaranta si affeziona, raramente lo vediamo una sola volta.

Ospitalità per me significa accogliere chi si trova fuori casa per lavoro, celebrazione o vacanza in un’atmosfera di servizio e cortesia. La mia può sembrare una definizione semplice, ma dietro ogni parola si snoda una catena di dettagli su cui lavoriamo con attenzione per rendere ogni esperienza unica.

Non potrei parlare di Villa Quaranta senza parlare del vino. In ogni angolo si respirano le nostre origini, e siamo orgogliosi di essere ambasciatori di uno dei settori più importanti del veronese. Il vino è un prodotto legato all’amicizia, all’amore, ad una stretta di mano a pranzo o al semplice stare assieme. Creare un contesto quotidiano per piacevoli esperienze enoiche in compagnia è uno dei nostri cardini.

Ho iniziato a lavorare a Villa Quaranta nel lontano 1992, quasi per scherzo, mentre ero ancora studentessa universitaria. Capì quasi subito di aver trovato la mia strada nell'azienda di famiglia."

– Michela Tommasi

Sostenibilità

"Ogni anno per me è una sfida. Il clima cambia sotto i nostri occhi e il nostro compito è capire e interpretare questi cambiamenti. Non si finisce mai di capire, di studiare e imparare dai nostri errori.
La natura è come una persona, va ascoltata con rispetto e interpretata. Solo così possiamo sperare di ottenere sempre il miglior risultato. Sono un artigiano, conosco perfettamente la materia prima, la cultura legata al vino. Tra le vigne ci sono nato, alcune hanno la mia età, siamo cresciuti insieme, si può dire.

"La sostenibilità per me è questa: avere la sensibilità profonda di ogni luogo, sia per la terra, sia per le persone che collaborano con me in ogni tenuta. Il rispetto e la fiducia che si creano diventano le fondamenta di una sana crescita da tutti i punti di vista: ecologici, sociali e economici."

 

- Giancarlo Tommasi

Dedizione di squadra

"Lavoriamo con un team di enologi. Ogni terreno, ogni clima ha delle sue specificità che solo dei fini conoscitori riescono a cogliere.

Essere un bravo enologo vuol dire anche avere l’umiltà di ascoltare chi in quelle terre è nato, riconoscere il talento, studiare insieme e creare un vino perfetto; un vino che abbia un carattere unico e distintivo, una personalità che rifletta il territorio di appartenenza."

– Giancarlo Tommasi

“Mi sono affidato ad un giovane team enologico: Emiliano Falsini per le tenute toscane e a Fabio Mecca per le tenute del sud Italia. Ciascuno porta valori e esperienze diverse che arricchiscono i diversi progetti. Abbiamo un bel feeling: ci capiamo al volo con una semplice telefonata. Loro sono come un’estensione dei miei occhi e delle mie mani.

Fabio come me, è nato nell'azienda di famiglia. Oltre al suo indiscutibile talento, porta quei segni distintivi di chi ha vissuto con la vigna e in cantina sin da piccolo. Ho sempre stimato Emiliano, si distingue per la sua tecnica molto, molto precisa e per la sua bravura nella gestione del ciclo vegetativo. Con entrambi, ho assoluta fiducia."

- Giancarlo Tommasi

“Ricordo perfettamente la prima volta che ho incontrato Dario, Giancarlo e Pierangelo nelle vigne di Paternoster. La cosa più bella per me è stato vedere il Signor Dario mangiare i fichi, con il sorriso di un bambino felice.

Da quel primo incontro, mi rendo conto di essermi evoluto e di aver ampliato la visione del mio lavoro. Anche con l'Aglianico mi sento di essere in un percorso di crescita nel progetto enologico stretto con Giancarlo. Condividiamo un rispetto per il vitigno e per il territorio, in cui il vino ne deve risultare lo specchio e l’anima.”

– Fabio Mecca

“Ricordo perfettamente la prima volta che ho incontrato Dario, Giancarlo e Pierangelo nelle vigne di Paternoster. La cosa più bella per me è stato vedere il Signor. Dario mangiare i fichi, con il sorriso di un bambino felice.
Da quel primo incontro, mi rendo conto di essermi evoluto e di aver ampliato la visione del mio lavoro. Anche con l'Aglianico mi sento di essere in un percorso di crescita nel progetto enologico stretto con Giancarlo. Condividiamo un rispetto per il vitigno e per il territorio, in cui il vino ne deve risultare lo specchio e l’anima.”

“Ricordo perfettamente la prima volta che ho incontrato Dario, Giancarlo e Pierangelo nelle vigne di Paternoster. La cosa più bella per me è stato vedere il Signor. Dario mangiare i fichi, con il sorriso di un bambino felice.
Da quel primo incontro, mi rendo conto di essermi evoluto e di aver ampliato la visione del mio lavoro. Anche con l'Aglianico mi sento di essere in un percorso di crescita nel progetto enologico stretto con Giancarlo. Condividiamo un rispetto per il vitigno e per il territorio, in cui il vino ne deve risultare lo specchio e l’anima.”

– Fabio Mecca